La corretta alimentazione per dimenticarsi del viagra

Articolo del Corriere della sera – salute

collegamento al corriere della sera

Frutta e verdura meglio della carne rossa per salvaguardare potenza e fertilità. No al peperoncino e superalcolici

Le ostriche possono aiutare ad evitare le pillole dell'amoreLe ostriche possono aiutare ad evitare le pillole dell’amore.

Esiste una Cultura Alimentare del Buon Sesso, valida anche per le donne. E che negli uomini, se adottata regolarmente, evita il dover ricorrere alle pillole dell’amore. Corretta prevenzione per salvaguardare negli anni potenza e fertilità. E anche la prostata ne trae vantaggi.

ALIMENTI VIETATI E CONSIGLIATI per salvaguardare potenza e fertilità

Prima regola, per salvaguardare potenza e fertilità sfatando un’errata «vox populi», niente cibi piccanti né alcolici. Il peperoncino abbinato a un superalcolico potrebbe essere causa di defaillance imbarazzanti: o nulla o troppa velocità (eiaculatio precox) eiaculazione precoce.

Mentre i cibi sì, forse sorprenderà qualcuno, sono merluzzo e baccalà. Un baccalà alla vicentina agisce quasi come il viagra, ma è molto più buono, mentre

FRUTTA E VERDURA

Seconda regola per salvaguardare potenza e fertilità: frutta e verdura molto meglio della carne rossa o della selvaggina ricca in testosterone (ormone maschile sì, ma più efficace se prodotto dall’organismo). Ecco allora che, per evitare di andare «in bianco» o di «perdere potenza» nel tempo, è consigliabile adottare una serie di stratagemmi alimentari. A tutto vantaggio anche della longevità perché, secondo una ricerca di Harvard, chi ha un’attività sessuale regolare vive in media due anni e mezzo in più. Fabrizio Iacono, urologo dell’università «Federico II» di Napoli, si presta a stilare una sorta di menu utile a una vita di coppia più passionale. Si potrebbe chiamare «a tavola con Adamo». Che cosa consigliargli per evitare brutte figure con Eva? «Di mangiare cibi che contengano un buon quantitativo di sali minerali e vitamine, come le macedonie di frutta e le insalatone.

L’AIUTO DEI FRUTTI DI MARE e del CIOCCOLATO FONDENTE – Tra gli alimenti che possono aiutare la funzione sessuale, i frutti di mare e in particolare le ostriche che sono ricche di zinco e iodio e il cioccolato fondente ricco di feniletilamina, l’ormone dell’amore. Se non basta un aiuto in più arriva anche dalla natura grazie all’algaecklonia bicyclis, al tribulus terrestris e alla glucosamina, estratta dal guscio di gamberi e granchi, che favorisce il rilascio di ossido di azoto, neurotrasmettitore chimico dell’erezione». L’ossido di azoto è la stessa sostanza che viene attivata dai farmaci anti-impotenza. Ci sono anche un fungo, ilcordyceps sinensi che cresce solo a cinquemila metri di altezza in Tibet, e una bacca rossa himalayana, La bACCA DI GOJI: entrambi anti-fatica, anti-aging, potenti anti-ossidanti e stimolatori di ossido di azoto a livello cellulare. «Così come l’arginina — aggiunge Iacono —, una sostanza che migliora le proprietà erettili dell’uomo perché anch’essa precursore dell’ossido di azoto. Merluzzo e baccalà contengono proprio arginina in abbondanza».

NO AL PICCANTE – E che cosa va invece evitato? «L’abuso di alcol, perché ha un’azione depressiva sulla funzione sessuale». Qui occorre applicare la regola della moderazione: poco può aiutare, troppo stende. Poi? «I cibi piccanti, contrariamente ai luoghi comuni, sono da evitare perché creano infiammazione.

Altri alimenti da evitare per salvaguardare potenza e fertilità

Gli alimenti che aumentano la presenza dei grassi nel sangue, quindi NO ai formaggi grassi, i latticini e fritti.

Inutile dire che i diabetici devono stare attenti ai dolci e a tutto ciò che è troppo zuccherato. Lo devono fare normalmente, ma ancor di più per preservare la loro funzionalità sessuale».

ALGHE E FUNGHI – Particolare attenzione i ricercatori stanno dedicando negli ultimi tempi a tre «super alimenti», noti da millenni proprio per quanto riguarda fertilità e salute sessuale.

Alga è l’ecklonia

L’alga è l’ecklonia bicicli. Cresce nelle zone sud dell’Asia ed è conosciuta da millenni per le sue ottime qualità anti-invecchiamento. In Giappone la chiamano «arame» e viene servita come delizioso contorno dalle premurose mogli dagli occhi a mandorla. L’ecklonia ha un’azione anti-ossidante 30 volte più potente del tè verde, è ricca di polifenoli e calcio, è capace di neutralizzare i danni causati dai raggi ultravioletti ed infine regala benessere all’apparato urogenitale maschile. L’ecklonia «contiene una categoria particolare di polifenoli, chiamati florotannini, che non si trovano nelle piante terrestri e svolge un’azione inibitoria sui processi ossidanti cellulari, frenando i radicali liberi dell’ossigeno — spiega Iacono, che ha studiato gli effetti di quest’alga —. Una dieta a base di grossi quantitativi di ecklonia bicyclis (ma ci sono anche integratori che la contengono) potrebbe essere di grande aiuto per il mantenimento del benessere sessuale maschile».

Tribulus terrestris

Pianta di terra è invece il tribulus terrestris, famiglia delle zygophyllaceae, diffusa in Europa, Asia, Africa ed Australia, nelle zone calde tropicali. Da secoli è impiegata nella medicina tradizionale in Cina e in India con scopi diversi. Secondo le credenze locali questa pianta ha azione regolatrice e depurativa (agisce nelle disfunzioni di origine renale, epatica e gastrointestinale). La sua proprietà più importante è tuttavia quella di stimolare la produzione di ormoni androgeni. Ormoni maschili, importantissimi anche per l’organismo femminile: regolano la libido, i caratteri sessuali e lo sviluppo muscolare. In virtù di tali caratteristiche il tribulus è impiegato da secoli in diversi Paesi: cibo afrodisiaco in grado di aumentare la fertilità maschile e femminile, sopperendo ad eventuali carenze ormonali.

Infine, un fungo il cordyceps sinensis

Cordyceps Sinensis nell’antica Cina il suo uso era riservato esclusivamente alla famiglia imperiale. Le analisi chimiche degli ultimi tempi hanno dimostrato che le sue proprietà sono molto più che frutto di superstizione o semplice folclore. La Food and Drug Administration (Fda, l’agenzia statunitense preposta al controllo alimentare e farmacologico) considera il Cordyceps un «alimento» particolare, classificato come «sicuro» (Gras). Sempre più ricercatori lo stanno studiando, definiedolo un superalimento da includere in quasi ogni regime dietetico. Il Cordyceps Sinensis tra i suoi numerosi pregi (anti-aging, anti-fatica, regolatore della pressione e dell’apparato cardiovascolare, modulatore delle difese immunitarie), quelli che attirano la massima attenzione riguardano proprio la sfera sessuale: ottimizza la libido e la qualità della vita di donne e uomini, contrasta l’infertilità e accresce il numero degli spermatozoi e la loro sopravvivenza. Questo fungo è entrato anche in un piatto selezionato per gli atleti alle Olimpiadi, come ripieno del «raviolo olimpico».

Mario Pappagallo

Obesità, infiammazione e alimenti

Intervista di Rocco Lanatà al Dott. Valerio Rizzo, Biologo Nutrizionista
www.biologonutrizionista.it

Dott. Rizzo che cosa ne pensa delle diete ipocaloriche? Un pacchetto di cracker è uguale a un frutto o (purchè sia magro!) a uno yogurt? Funzionano o sono un fallimento?

Penso che non funzionano, perché basate su un parametro (quello delle calorie) che è solo uno di quelli degni di considerazione. Nella pratica con chi vuole dimagrire o ha grossi problemi di salute (diabete, malattie cardiovascolari e infiammatorie in generale, spesso causate o associate comunque al sovrappeso) ho capito che la qualità del cibo è più importante della quantità.

Lavorare sulla qualità vuol dire: mangiare un alimento invece di un altro, leggere le etichette dei cibi, evitando soprattutto certi grassi e certi zuccheri e gli alimenti che ne contengono troppi, evitare quanto più possibile i cibi confezionati e precotti, aumentare il consumo di cibi vegetali e di fibra (cereali integrali, legumi, semi e frutta secca).

Il problema è che, anche se fosse possibile controllare al grammo le quantità dei cibi, di fatto non si sa se quello che mangiamo rispecchia le informazioni delle tabelle bromatologiche (indicazioni di calorie, carboidrati, proteine e grassi).

Invece, nella mia logica, se riduciamo l’uso di determinati cibi, ne assumiamo invece degli altri, molto più ricchi dal punto di vista nutrizionale, con grande vantaggio per il metabolismo.

Occorre in sintesi mangiare cibi a maggiore contenuto vitale, di enzimi, vitamine, antiossidanti, fibra, acidi grassi vantaggiosi, ridotto indice glicemico.

Quindi non siamo delle macchine brucia-calorie?

Certo che no. Siamo più complessi! Indicare ad ognuno quanto debba mangiare non è possibile né giusto perché non si conosce esattamente quale sia il suo consumo calorico giorno per giorno.  Infatti, è impossibile conoscere esattamente quanto si consuma in una giornata “media”. Noi non siamo dei modelli matematici o delle macchine: non “consumiamo calorie” in modo esattamente predicibile e comunque non usiamo, in ambulatorio, degli strumenti sufficientemente precisi.

Se riduciamo tutto alle calorie, allora pensiamo che per perdere il peso dobbiamo mangiare meno di quanto consumiamo, con queste conseguenze:

  • una parallela riduzione degli apporti di sostanze nutritive che invece servono a far lavorare bene il metabolismo,
  • un senso di fame che spesso impedisce (direi per fortuna) di portare a termine la dieta,
  • una conseguente depressione del metabolismo, che presto o tardi si adatta alla riduzione calorica imposta,
  • una conseguente depressione di tutte le attività organiche e fisiologiche (calo di energia),
  • il mancato apprendimento di un metodo utile a mantenere nel futuro il risultato conseguito (se il metodo infatti riguarda solo il pesare gli alimenti, state certi che nessuno continuerà a lungo!).

Allora che cosa bisogna fare per dimagrire in modo corretto?

Bisogna aumentare il metabolismo e ridurre lo stato infiammatorio. Dobbiamo ottenere il dimagrimento come effetto collaterale di una migliore salute, di una detossificazione, di una riduzione di quei fattori che ci portano ad ingrassare. Per dimagrire è necessario agire sul metabolismo, andando a verificare se esistono le condizioni di:

  • infiammazione cronica
  • stress ossidativo
  • conseguente blocco di certi passaggi della produzione di energia.

Se esistono (spesso in associazione all’accumulo di adipe, soprattutto addominale), esse da sole spiegano il calo del metabolismo che porta ad aumentare ulteriormente il peso, in un circolo vizioso senza fine.

Quindi, prima di mangiare di meno, bisogna risolvere queste condizioni cambiando l’alimentazione?

Si, con una ri-educazione alimentare, volta al recupero di cibi e combinazioni più ricchi di nutrienti vantaggiosi. L’apporto di antiossidanti, minerali, vitamine, fibre, fitonutrienti è fondamentale per questo!

Si parla di infiammazione che deriva da un’alimentazione scorretta, che cos’è?

Il sovrappeso favorisce la comparsa di infiammazioni e viceversa: lo stato infiammatorio favorisce l’obesità, in un circolo vizioso estremamente dannoso.

La reazione infiammatoria serve normalmente a proteggere l’organismo. Ma talvolta l’equilibrio naturale va in tilt e si crea un allarme permanente, o infiammazione cronica.

Le più comuni cause di infiammazione sono: la nostra alimentazione (zuccheri, cibi ad alto carico glicemico, grassi animali, cibi industriali, ecc…) e la mancanza di attività fisica. Altri fattori all’origine possono essere: la carenza di fibre, le infezioni, tossine alimentari, farmaci, alcool, ecc…

Dove porta tutto questo? A danneggiare certe strutture intracellulari, i mitocondri.

Qual è il ruolo di questi mitocondri?

I mitocondri sono degli organelli cellulari in cui avvengono diverse reazioni chimiche deputate a produrre energia, usando i substrati di origine alimentare e producendo sostanze di scarto (compresi i radicali liberi).

Può essere un danno a livello dei mitocondri, i più esposti ai danni da radicali liberi, a rallentare il metabolismo e ad innescare certe malattie croniche.

Quindi se i mitocondri lavorano più lentamente, la produzione di energia nella cellula viene rallentata e i grassi, invece di essere metabolizzati, vengono accumulati sotto forma di tessuto adiposo.

Quindi si può perdere peso e ridurre l’infiammazione?

Ci sono, per fortuna, degli alimenti che, oltre a farci dimagrire, inibiscono lo sviluppo di uno stato infiammatorio. Infatti, comunicano al DNA segnali che attivano il metabolismo, aumentano la protezione antiossidante e antinfiammatoria e ci permettono di detossificare.

Gli antiossidanti e certi nutrienti presenti in alcuni cibi in particolare, ma anche in un’alimentazione ricca, basata su prodotti di stagione e freschi, possono spegnere le infiammazioni e dirigere il metabolismo verso l’utilizzo dei grassi.

Assumere alimenti di scarsa qualità (zuccheri, grassi raffinati e idrogenati, grassi saturi, ecc.) che non rispondono alle nostre reali necessità fisiologiche ed evolutive, danneggia i mitocondri e scatena l’infiammazione, con riduzione del metabolismo.

Quale relazione esiste tra ossidazione e infiammazione? 

In pratica è un circolo vizioso. Lo stress ossidativo e l’infiammazione sono strettamente correlati: infatti, l’ossidazione favorisce le infiammazioni, e viceversa. Tutto ciò che riduce l’uno, riduce anche l’altro.

Tutti i fattori che portano ad aumentare l’infiammazione e lo stress ossidativo, sono anche gli stessi che favoriscono i processi d’invecchiamento, le malattie cardiovascolari, i tumori, la demenza, l’obesità e il diabete.

Eliminare le cause dell’ossidazione = dimagrire. Dimagrire = ridurre l’infiammazione.

In conclusione quali consigli si possono dare?

  • Evitare di mangiare troppo: l’eccesso favorisce i processi ossidativi,
  • attenti a cibi bruciacchiati e carbonizzati: evitarli perché gli idrocarburi policiclici aromatici che contengono producono molti radicali liberi,
  • non eccedere nel consumo di zuccheri: calorie vuote, ovvero fonte di radicali liberi, ma privi di sostanze che aiutano a eliminarli,
  • non eccedere con gli alcolici: 1 bicchiere al giorno sarebbe un limite ragionevole per tutti,
  • ridurre l’esposizione a tossine, derivati del petrolio e metalli pesanti: bere acqua depurata e consumare il più possibile prodotti biologici,
  • evitare di fare troppa attività fisica o troppo poca (meglio compresa tra: moderata 30 min 3 volte alla settimana e intensa 1 ora al giorno: fuori da questo range è troppo poca o troppa),
  • migliorare la respirazione e quindi l’ossigenazione.

Dott. Valerio Rizzo www.biologonutrizionista.it Per info: tel. 333 6467005.

Riceve ad Abano Terme (Pd), Pesaro, Rimini e Senigallia (An), presso Centri Medici e Poliambulatori.

Dopo la laurea in Scienze Biologiche (Università di Padova, luglio 1999), l’abilitazione alla professione di Biologo (Padova,2000) e alcuni anni di attività come biologo marino, nel 2006, dopo alcuni anni di approfondimenti e corsi di formazione, intraprende la libera professione di Biologo Nutrizionista (iscrizione Ordine Nazionale dei Biologi n. 057707).

Il biologo nutrizionista dott. Valerio Rizzo, si occupa di dietetica e nutrizione umana, rivolgendosi a persone (adulti e bambini) che desiderano migliorare la propria alimentazione per i più svariati motivi.

Nella pratica di ambulatorio utilizza l’analisi della composizione corporea (B.I.A), che è utile a valutare la qualità del dimagrimento e del cambiamento di stato nutrizionale; su richiesta esegue dei test di intolleranze alimentari, nutrigenomica, stress ossidativo.

Ritiene che un miglioramento dell’alimentazione sia necessario per acquistare benessere e, come conseguenza, perdere peso.

Collabora o ha collaborato con alcune riviste (lettera43.it, vivereinarmonia.it), centri sportivi (Oasi 2000 di Padova), società sportive (Imola rugby), emittenti televisive (TVRS, TV San Marino), associazioni (IOPRA di Pesaro, Piccoloartista di Imola).

I suoi siti  www.biologonutrizionista.it  e  www.mangiaremeglio.it (presto online) sono ricchi di informazioni in continuo aggiornamento.